E così arrivo all’ultimo dei miei “lost posts” sul giro a Vienna di fine agosto 2010. Non si può dire che si tratti di due attrazioni dello stesso tipo, ma sono sicura che interesserebbero un certo tipo di turista, meno da Prater e più raffinato. Purtroppo fare fotografie era proibito nel secondo e sconsigliato nel primo, quindi accontentatevi dei miei ricordi.
Dorotheum
Si tratta, in poche parole, di una delle più antiche e prestigiose case d’asta al mondo, fondata nel lontano 1707 e con rappresentanze anche a Milano e Roma. Quando ci sono stata io era in programma un’asta di mobili antichi, che era possibile visionare nelle sale del primo piano. Ma in realtà, la cosa che mi aveva affascinata quando avevo letto di questo posto è il fatto di poter visitarlo anche senza acquistare nulla, soltanto per ammirare i pezzi esposti. Ogni sala ha una specializzazione diversa, e in quella di filatelia-numismatica dove mi ero infilata io ho trovato anche una vecchia fotografia di Pavarotti con tanto di autografo. Chissà che storia hanno tutti quegli oggetti ora messi in vetrina con la loro linguetta del prezzo.
Di tutt’altro genere invece le sale dedicate alla gioielleria. Dorotheum (ci ho messo un po’ a capirlo) è infatti anche una marca di gioielli e orologi di pregio; alcune creazioni le ho trovate un po’ pacchiane, altre raffinate e con un prezzo abbordabile, come le collane di pietre dure infilate in modo da creare gradienti di colore. In generale, usano molto le pietre colorate e l’effetto non è niente male. Oltre a poter ammirare la collezione nelle vetrine, è possibile anche portarsi a casa il corposo catalogo gratuito (qui è sfogliabile quello nuovo).
Dimenticavo: si trova in Dorotheegasse n°17, in pieno centro, a poca distanza dall’Hofburg e ancora di meno dall’Augustinerkirche.
Liechtenstein MuseumNon so se sia stata colpa del tempo (pioggia ininterrotta tutto il giorno, e io con le scarpe da ginnastica fradicie), del fatto che mi aspettassi qualcos’altro, del prezzo del biglietto (10 €, no sconti studenti) o del divieto di scattare fotografie tranne che nell’atrio principale… Ad ogni modo, il Liechtenstein Museum era uno dei pochi grandi musei di Vienna che mi mancavano ma mi ha delusa (eh Sara, dovevo ascoltarti!), se non altro perché non sono una grande amante dello stile barocco. Come si intuisce dal nome, si tratta della collezione privata del principe Hans-Adam II del Liechtenstein (la famiglia fino al 1938 risiedeva a Vienna), ed è qualcosa di immenso: 200 dipinti, 50 sculture, per un periodo che va dal 16° al 18° secolo. Qualche nome: Rubens, Raffaello, van Dyck, Rembrandt, von Amerling.
Molto bello anche il palazzo in sé, restaurato nel 2004, anno della riapertura al pubblico. Delle cose che ho apprezzato c’è stata la biblioteca, che contiene 100.000 rari volumi d’epoca, e gli spettacolari mobili intarsiati. Ma è meglio prendersi almeno una mezza giornata per vederselo con calma, anche perché i giardini (che non ho visitato perché pioveva a dirotto) pare siano meravigliosi oltre che immensi.
Il Liechtenstein Museum è in Fürstengasse n°1, non molto lontano dal centro ma neanche vicinissimo, a meno che non vogliate farvi una passeggiata robusta meglio prendere la Strassenbahn (D).
Tornando mestamente a piedi sotto l’ombrello verso il Ring ho deviato un momento per i Volksgarten, che non avevo mai visitato anche se si trovano praticamente tra il Rathaus e l’Hofburg. E’ come sempre molto curato e ci tengono particolarmente alle rose, ma l’attrazione principale è uno strambo tempietto greco (solite pazzie costruttive che ai viennesi piacciono tanto), insieme a un monumento dedicato a Franz Grillparzer, l’eroe letterario nazionale (del quale ho trovato la tomba all’Hietzinger Friedhof, quello di Klimt).
Arrivata in Italia, contenta di aver rivisto un po’ di gente quasi più che del concerto in sé, mi sono ripromessa che per un po’ avrei lasciato stare Vienna. Ci sono talmente tante cose da vedere, soprattutto nell’est Europa, che l’ennesimo viaggio inizierebbe a darmi più un senso di dejà vu che di gioia e nostalgia… Ma spero prima o poi di tornarci, e che questo blog, salvo cataclismi di WP, resti ad aspettarmi, in attesa di accogliere i racconti di nuove avventure.
Continuerò, come ho sempre fatto, a dare un occhio ai commenti (e alle statistiche), quindi se capitate da queste parti scrivetemi pure, sarò felice di rispondere e in caso darvi una mano, come ho già fatto in passato 🙂 Ciao!